La serata panathletica col presidente della Federsci ,Roda , la concretezza del suo intervento, il punto di Giovanni Montani e il minuto di raccoglimento per Julia la stella del volley, nata a Milano da genitori nigeriani.

 

La premiazione del presidente Roda da parte di Artemio Carra e il brillante intervento di Giovanni Montani al tavolo presidenziale dove si trovavano anche Michele Bellino, Andrea Vaccaro e Mario Stegagno (foto di Corrado Benedetti) Ed ecco il servizio della serata realizzato da Vittorio Andrea Vaccaro

L’intervento del presidente della Federazione Italiana Sporti Invernali Flavio Roda, durante l’ultima conviviale del Panathlon Club Parma si può riassumere in una parola: concretezza. Concretezza nell’analisi della preparazione del grande evento, i giochi olimpici di Milano Cortina 2026 sia dal punto di vista infrastrutturale dove il presidente ha ben presenti le questioni più difficili ed urgenti sul tavolo ma, al tempo stesso, non nasconde un certo ottimismo per la riuscita globale dell’evento e soprattutto su ciò che lascierà ai territori coinvolti. Roda, classe 1948, è stato recentemente (le Federazioni che partecipano ai Giochi Olimpici invernali fissano le assemblee elettive dopo quei giochi e non quelli estivi come tutte le altre. n.d.r.) rieletto per la quarta volta alla presidenza della federazione con un grande consenso. Nasce come maestro di sci, ruolo nel quale ha allenato alcuni degli atleti più iconici della storia del nostro paese, uno su tutti, Alberto Tomba, fino a diventare direttore tecnico delle squadre nazionali prima del salto a presidente. Tornando ai giochi olimpici invernali di MiCo26 si sofferma anche sulla preparazione degli atleti che – spiega – è molto più difficile negli sport invernali rispetto a quelli estivi in quanto il ranking mondiale, che assegna anche l’ordine di partenza nelle gare e spesso risulta determinante, ha un sistema di punteggio estremamente dinamico nel quale l’assenza anche a due o tre gare può condizionare un’intera stagione. Proprio per questo è molto più difficile concentrarsi sul singolo evento e quindi i giochi olimpici implicano una preparazione enorme che dura e si snoda all’interno di tutta la stagione. Roda riesce a spaziare, con scioltezza,  competenza e precisione, dai giochi olimpici alla preparazione degli atleti di vertice passando per le piccole società sportive che andavano sostenute in tempo di covid e non solo, ai 15.000 cuccioli – i più piccoli tesserati della FISI, che sono, a suo dire, un enorme bacino dal quale attingere i futuri campioni e i tantissimi appassionati, ai confronti con i modelli esteri, Norvegia prima di tutti, fino a parlare dei diritti televisivi che lo vedono protagonista come vice presidente della FIS, la Federazione Internazionale dello Sci. Su questi spiega in modo chiaro quanto sia necessario trovare un equilibrio tra le necessità delle federazioni nazionali che investono quelle risorse per lo sviluppo e la crescita degli atleti e gli interessi della federazione internazionale che punta ad un spettacolo sempre maggiore. Non sono mancati interventi e domande dei nostri soci a partire dal delegato provinciale della FISI Michele Bellino, vari momenti di ricordi con il medico sociale FISI Giovanni Montani il quale ha ricordato l’impegno, enorme, della federazione e del presidente Roda come mediatore nell’iter legislativo dell’ultimo decreto legge in materie di impianti sciistici. Unanime la sensazione che il nostro paese, non solo gli atleti di vertice, sarà protagonista sulle piste da sci da qui al 2026.