Quando Sal Varriale e la Germal giocarono a Torino sotto la pioggia con la benediziome dei teloni di Boniperti e Piero Angela-OGGI SUL GUERIN SPORTIVO
E’ un ricordo davvero indelebile quello di Piero Angela legato all’amichevole della Germal al Passo Buole Stadium di Torino sotto una pioggia diluviante. Aldo Notari aveva promesso agli amici torinesi l’amichevole della Germal, squadra campione d’Italia, contro la rappresentativa piemontese e in effetti i ragazzi di Giulio Montanini arrivarono puntuali col loro pullman nella periferia di Torino ma c’era un problema, la pioggia. Il baseball, si sa, non è giocabile col maltempo, anzi diventa pericoloso. Quando la pallina non è controllabile e magari scivola sulla faccia c’è il rischio che lasci un ricordo indelebile. Proprio il presidentissimo, Aldo Notari, dopo tanti anni, portava ancora la cicatrice lasciatagli in pieno viso da una pallinata durante un allenamento a Parma nel parco della Cittadella. Per lui come un ricordo di guerra…sportiva. Io ero arrivato a Torino nel ‘65 avendo lasciato la Gazzetta di Parma per lavorare a Tuttosport dove anche il vice direttore, Silvio Ottolenghi, era parmigiano. Anch’egli appassionato di baseball al punto di avere tradotto lo “score” dall’americano , italianizzandolo e rendendolo comprensibile meritandosi, anni dopo, l’ingresso nella Hall of fame dello sport. C’era anche lui naturalmente in via passo Buole con diversi personaggi uno dei quali era il marchese Renato Germonio che abitava un piano sotto quello della Famiglia di Piero Angela col quale era legato da amicizia essendo entrambi giovani e appassionati di jazz e dello sport americano. La cosa che mi aveva fatto effetto, giorni prima quando Gemonio mi portò a conoscere la famiglia Angela era il mastodontico pianoforte che troneggiava all’ingresso dell’appartamento. Con Piero ero entrato subito in sintonia per cui l’invito ad assistere all’esibizione della Germal era stato scontato. Oltretutto c’era anche Bruno Beneck che stava facendo la scalata alla presidenza della Federbaseball dove troneggiava il bolognese ing. Ghillini. Beneck lavorava nella sede della Rai di Torino in via Cernaia dove era stato trasferito da poco tempo e dove stava facendo carriera ed era diventato amico della famiglia Angela. Si spiega anche perché in occasione dell’Universiade del volley assegnato al Cus Torino di Nebiolo il compito delle trasmissioni furono affidate al regista astigiano che riuscì a mandare in diretta diverse partite di pallavolo fra cui la finale vinta dall’Italia con invasione di campo dei tifosi che allora era una novità.
La visita dei campionissimi del baseball nello stadio di via Passo Buole sorto alla periferia della città a poca distanza dai Casermoni dove abitavano i dipendenti Fiat in corso Giambone, era stata programmata da un mese con la vendita di tremila biglietti, cioè il tutto esaurito per il piccolo stadio, e il caso, anzi il maltempo, volle che in quella giornata di giugno cominciasse a piovere già dalla mattinata per cui la partita divenne problematica. Qualcuno propose di annullarla per non giocare su un campo impossibile col rischio degli infortuni. L’unica soluzione era la copertura del diamante, cioè la parte centrale del gioco dove si concentrano le azioni. Succedeva anche nel calcio con i teli da mettere nelle aree di porta. Stiamo parlando di sessanta anni fa, quando a calcio si giocava anche al limite del fango. Perché non chiedere i teloni al vicino campo della Juventus che distava un paio di chilometri in linea d’aria, come propose il marchese Germonio. Già e chi telefona alla Juventus ammesso che sappiano cos’è il baseball ? Gira e rigira l’incombenza finì sulle spalle del giovane Piero Angela che aveva superato la soglia dei trent’anni e che faceva la spola con Roma e era tornato a Torino approfittando del giorno di riposo. “Non sei tu l’amico di Boniperti? “gli chiese Germonio e Angela rispose “Perché no?” La telefonata ci fu e un’ora dopo un camion della Juventus scaricava i telefoni anti pioggia ed il diamante venne ricoperto dopo avere ospitato due riprese che avevano praticamente distrutto il terreno.
C’era anche come “attrazione” il portiere del Torino, Luciano Castellini, salito sul “monte” per il lancio tradizionale e che fece il compitino in modo impeccabile anche se rischiò di scivolare come si può notare dalla foto. Un cosa è certa: senza il contributo di Piero Angela la partita dimostrativa dei campioni di Parma non ci sarebbe stata e il baseball avrebbe perso una bella occasione.
Giorgio Gandolfi