Una bella serata ricordando i 100 anni dell’Automobil Club attraverso le parole del suo presidente Cocconcellii e degli ospiti
Il presidente dell’Aci, Alessandro Cocconcelli con Artemio Carra e Gianpaolo Dallara quindi con Antonio Slawitz e gli altri relatori e poi l’Angiol d’or a Margherita, nipote di uno dei fondatori Antonio Centenari (Foto di Corrado Benedetti)
Era il 12 novembre del 1921 quando nella Sala al primo piano dell’albergo Macina, nel cuore della città,, allora famoso per l’eccellente bollito, trenta parmigiani sottoscrissero il documento della fondazione dell’Auto moto Club Parma, autentici pionieri, precursori di una storia gloriosa: dovendo citarne alcuni, ecco i nomi di Antonio Centenari, che allora aveva un’officina in via delle Fonderie, Lorenzo Marchi che sarebbe stato eletto primo Presidente, Manfredo Lusignani, Rocco Bormioli e gli altri consiglieri, Ugo Bernardi, Otello Cocconi, Corrado Ferretti, Guido Lanfranchi, Arnaldo Tanzi. Era il magico momento della nascita della tecnologia, con l’apparizione delle macchine infernali che avrebbero addirittura sfidato il treno Parma-Roma meritandosi la copertina della Domenica del Corriere per il vittorioso Rienzo Slawitz il cui nipote Antonio, recentemente , ha offerto il bis. In città funzionavano addirittura due garage : uno di Giuseppe Rossi in vicolo della Steccata e l’altro chiamato “centrale” di Fiorenzo Scipioni. E nel ’13, nella ricorrenza del centenario della nascita di Verdi avevano già organizzato la prima gara in salita Parma-Poggio di Berceto che sarebbe diventata di moda per le grandi firme dell’automobilismo come Enzo Ferrari, Antonio Ascari, Giovanni Marsaglia ed il citato Slawitz. Parma, sempre all’altezza della sua fama pionieristica, raggiungeva presto i cento soci con una sede nello storico edificio di via Cantelli con sale per il gioco delle carte, il biliardo, anche serate danzanti. Cinque anni dopo l’Auto Moto club si sarebbe trasformato in Reale Automobile Club Parma con la denominazione di RACI. Nel ’27 il servizio dell’inevitabile esazione delle tasse automobilistiche venne disimpegnato dalla società con la collaborazione della benemerita Cassa di risparmio di Parma e provincia, Le vetture con targhe dal numero uno al quattro, tutte Fiat 00 berlina, appartenevano alla Regia Questura di Parma. Anni dopo, nel 1977, con la presidenza di GianCarlo Saracchi, che sarebbe stato presidente anche della Sogesa nonché dell’esecutivo dell’ACI Italia ecco il nuovissimo servizio per i. Soci, ovvero il Soccorso Urbano urgente con tanto di meccanico a bordo e definito”depennage”.Alla serata al San Marco di Pontetaro, il presidente del Panathlon Artemio Carra, ha passato subito il microfono ad Alessandro Cocconcelli, anch’egli panathleta che ha sorvolato suoi suoi trascorsi calcistici negli allievi del Parma preferendo l’argomento che gli è sempre stato a cuore, la. collaborazione avuta con l’autodromo di Varano alla “scuola” di Romano Meggi per arrivare alla presidenza dell’ACI seguendone l’attività sportiva con un apposito ufficio e la commissione tecnica. Notato fra i presenti anche Giovanni Corazza entrato nella storia dell’automobilismo vincendo con una Topolino classe 500 la Mille Miglia del 1955 partecipando poi ad una ventina di gare della Mille Miglia storica, protagonista anche nella motonautica. Notate soltanto due assenze, ampiamente giustificate quella di Aldo Costa, impegnato a Parigi per il varo del nuovo regolamento internazionale e l’ing, Gianmarco Pontremoli presente alle gare di Imola per consegnare gli attestati di Formula uno. Presenti al tavolo dei relatori anche due giornalisti, Massimo Chierici e Valerio Faccini che hanno contribuito con Cesare Lorenzani al prezioso volume sui cento anni dell’Automobile Club Parma. Con loro Bartolomeo Calò e GianMarco Beltrami, direttore del Museo della Dallara. Presente anche Margherita, nipote del pioniere dell’automobilismo Antonio Centenari. L’impulso all’attività avrebbe fatto tagliare il traguardo dei 35mila soci mentre nel lontano 1918 Parma avrebbe avuto la prima scuola guida in Italia e il beneficio all’iscrizione – anche oggi che in Italia ci sono 650 officine a disposizione-avrebbe avuto vantaggi anche per il non socio. Il ricordo dell’intitolazione della pista a Paletti, inaugurata da De Adamich, e i benefici per la comunità di Varano, dopo le prime perplessità per i rumori, soprattutto oggi che l’impianto viene gestito per 320 giorni all’anno, compresa la festa di fine luglio a Varano quando scendono in pista le auto costruite dai 44 universitari di venti paesi diversi. Poi l’interminabile discussione sui vantaggi e sui problemi creati della auto elettriche non certo risolvibili così con poche chiacchiere da salotto.